La Villa Romana del Casale (III – IV secolo d.C.) è stata dichiarata Patrimonio dell’UNESCO nel 1997, e rappresenta uno dei monumenti di età romana più prestigiosi giunti fino a giorni nostri
La Villa è costituita da ben 48 locali ed è dotata di due acquedotti, terme, latrine e giochi d’acqua. La superficie coperta è di 4.500 m2, di cui 3.500 m2 rivestiti con preziosi mosaici pavimentali. Le pareti interne ed esterne presentano tracce di affreschi, mentre la cosiddetta Basilica un tempo era interamente rivestita con lastre di marmi policromi e pavimentazione in opus sectile. Nell’area archeologica sono stati recentemente rinvenuti altri beni archeologici non ancora integrati nel circuito delle visite turistiche.
Nel corso degli anni, innumerevoli eventi di alluvionali e frane hanno interessato l’area in cui sorge la Villa del Casale. Il ripetersi di disastri di varia intensità, responsabili di danni più o meno gravi sui ritrovamenti archeologici, impone un livello di attenzione nei confronti del rischio idraulico. È necessaria, infatti, la salvaguardia dei fragili e preziosi beni culturali presenti nella Villa, ossia gli apparati musivi, gli affreschi e le strutture murarie.
L’edificio usato fino ad epoca medievale, venne probabilmente abbandonato proprio a causa del ripetersi delle alluvioni.
L’obiettivo del progetto eWAS è quello di implementare un modello numerico che permetterà di valutare il rischio idraulico del territorio, in funzione dei possibili scenari di evento, e per ognuno di essi gli effetti sul sito archeologico. Allo stesso tempo si è previsto di sviluppare un sistema di monitoraggio sul bacino a monte dell’area archeologica che, insieme ai risultati delle simulazioni numeriche, permetterà l’implementazione di un sistema di allertamento del rischio idraulico per la protezione del bene.